Edward Smith
RICORDAMI
27/01/1850 a Hanley
15/04/1912 a Oceano Atlantico
Historical characters - Edward John Smith
Edward John Smith (Hanley, 27 gennaio 1850 – Oceano Atlantico, 15 aprile 1912) è stato un marinaio britannico.
Era il comandante del RMS Titanic quando quest'ultimo affondò la notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912.
Vita personale.
Figlio di Edward Smith sr. (di professione vasaio 1827-1892) e di Catherine Hancocknata... [Leggi tutto]Edward John Smith (Hanley, 27 gennaio 1850 – Oceano Atlantico, 15 aprile 1912) è stato un marinaio britannico.
Era il comandante del RMS Titanic quando quest'ultimo affondò la notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912.
Vita personale.
Figlio di Edward Smith sr. (di professione vasaio 1827-1892) e di Catherine Hancocknata Marsh (1824-1901) sposati il 2 agosto 1841 a Shelton nello Staffordshire, proprietari di un negozio, Smith frequentò l'Etruria British School fino all'età di 13 anni, quando si trasferì a Liverpool per cominciare la carriera di marina. Cominciò ad apprendere il mestiere presso la Gibson & Co. Il 12 luglio 1887, Smith sposò Sara Eleanor Pennington; due anni più tardi ebbero una figlia, Helen Melville Smith. La famiglia visse in una imponente casa in mattoni rossi, chiamata "Woodhead", su Winn Road Portswood, Southampton. Secondo sua figlia, Smith amava i sigari, al punto tale da non volere nessuno nel suo studio mentre fumava.
Come ufficiale.
Smith si unì alla White Star Line nel marzo 1880, come quarto ufficiale del P/S Celtic. Cominciò a servire a bordo delle navi di linea delle società australiane e di New York. Nel 1887, Smith ricevette dalla White Star il suo primo comando sulla P/S Republic. Nel 1888, Smith ottenne la qualifica dalla Royal Naval Reserve, assumendo il grado di primo tenente di vascello della riserva navale. Con questo grado, in caso di guerra, Smith e le sue navi avrebbero potuto operare come navi della riserva soggiacendo ad eventuali disposizioni della Royal Navy.
L'ascesa.
Smith dal 1895 assunse il comando della P/S Majestic e lo mantenne per nove anni. All'inizio della Seconda guerra boera, Smith fu chiamato per trasportare truppe a Colonia del Capo. Vennero compiuti due viaggi in Africa meridionale, entrambi senza incidenti; Re Edoardo VII del Regno Unito premiò Smith con una medaglia, nel 1903. In seguitò a ciò, la reputazione di Smith crebbe notevolmente.
Quasi per routine, a Smith vennero affidate le più grandi navi dell'epoca, lussuose e nuovissime. Nel 1904 gli fu dato il comando di una delle più grandi navi nel mondo, la RMS Baltic; tre anni più tardi, la RMS Adriatic. Entrambi i viaggi inaugurali si conclusero senza problemi. Divenne infine commodoro della White Star Line in quello stesso anno. Venne soprannominato "Il Comandante dei milionari", in quanto gli aristocratici inglesi lo richiedevano al comando delle navi su cui viaggiavano.
Al comando dell'Olympic.
Smith si era costruito una reputazione come uno dei comandanti di navi più esperti al mondo e così fu chiamato per prendere il comando dell'RMS Olympic, la nuova nave più grande al mondo. Il viaggio da Liverpool a New York si concluse con successo il 21 giugno 1911, anche se attraccando la nave fece un piccolo incidente.
L'incidente dell'incrociatore HMS Hawke[modifica | modifica wikitesto]
Il 20 settembre 1911, Smith ebbe la sua prima disavventura, ovvero una collisione con una nave da guerra britannica del 1891, l'HMS Hawke. La collisione provocò l'allagamento di due compartimenti dell'Olympic, ma nonostante ciò la nave riuscì ad arrivare comunque a Southampton. La Royal Navy non imputò l'incidente all'Olympic, dichiarando che la sua massa imponente generò un risucchio che spinse contro la sua fiancata l'Hawke. Smith era in plancia al momento dell'incidente.
Il caso dell'HMS Hawke fu un disastro finanziario per la White Star e il lungo fuori servizio dell'Olympic peggiorò le cose. La nave tornò ai bacini di carenaggio di Belfast e, per velocizzare i tempi, venne ritardato il completamento del Titanic, i cui collegamenti tra le eliche e i motori vennero usati per l'Olympic.
Tornato in mare nel febbraio del 1912, l'Olympic perse una pala dell'elica, quindi fece ancora una volta ritorno in cantiere per essere riparata. Per tornare in servizio al più presto, venne nuovamente ritardato il completamento del Titanic, il cui viaggio inaugurale venne posticipato dal 20 marzo al 10 aprile.
Titanic.
L'illustre comandante della White Star era adesso "al timone" del RMS Titanic, che al momento della partenza da Southampton per il viaggio inaugurale (10 aprile 1912) era il più grande oggetto semovente del mondo. Alcuni quotidiani dell'epoca sostenevano che il comandante Smith volesse ritirarsi proprio alla fine di questo viaggio; altri sostenevano che volesse continuare a tenere il comando del transatlantico finché la White Star non ne avesse costruito uno ancora più ampio. Quel che è certo è che pochi anni prima aveva affermato di "non riuscire ad immaginare alcuna condizione per la quale queste navi potrebbero naufragare", e che "la tecnica navale era andata ben oltre".
Smith diede ordine di salpare alle ore 12:06 con destinazione Cherbourg, in Francia, per poi puntare verso Queenstown (Irlanda) e quindi New York. Molto similmente al caso dell'HMS Hawke, il Titanic rischiò una collisione con la nave New York, sempre a causa dei gorghi causati dal movimento delle eliche e della massa d'acqua spostata dal gigantesco scafo. Una pronta reazione di Smith, che ordinò di fermare le macchine, evitò il peggio.
Durante la mattinata di domenica 14 aprile, Smith effettuò la regolare ispezione scortato dal comandante in seconda, dal commissario di bordo e dal direttore di macchina. Presiedette poi la funzione religiosa nella sala da pranzo di prima classe (che per l'occasione veniva aperta anche ai passeggeri di seconda e di terza), ma annullò invece l'esercitazione con lance di salvataggio, che la White Star effettuava tradizionalmente ogni domenica. Intorno alle 13.30, Smith incontrò l'amministratore della Compagnia, Bruce Ismay, per discutere con lui l'assetto di navigazione e per consegnargli un marconigramma proveniente dal piroscafo Baltic: il messaggio li informava della presenza di ghiaccio a circa 400 km a ovest. Fu quindi deciso un leggero cambiamento di rotta verso sud mantenendo però la stessa alta velocità.
Quella sera, Smith cenò nel ristorante su invito dei Widener (non nella sala da pranzo), dove si trattenne fino alle 21.00. La cena fu festosa e la soddisfazione per il viaggio era totale. Ogni tanto si sentiva "la sua voce piana e la sua risata dal timbro grave".
Alle 21.00 Smith salì in plancia per intrattenersi con Lightoller - l'ufficiale di turno in quel momento - parlando delle condizioni meteorologiche assolutamente serene. Il comandante si ritirò in cabina con l'ordine di diminuire la velocità in caso di foschia.
Alle 23:40 vi fu la fatale collisione con l'iceberg. Nelle restanti due ore e mezza, Smith si prodigò nelle operazioni di salvataggio assegnando le varie operazioni a ciascun ufficiale. Fece dapprima scandagliare la nave dal maestro d'ascia e dal capo costruttore, Thomas Andrews. Poi si recò due volte personalmente in sala radio consegnando ai marconisti il messaggio di soccorso. Tornò poi dopo qualche tempo per informarli che la sala macchine era allagata e che le dinamo non avrebbero funzionato ancora per molto. Ordinò anche al 4° ufficiale Boxhall di segnalare con la lampada morse un messaggio in direzione di una nave misteriosa (il Californian), le cui luci si intravvedevano a circa 10 miglia di distanza, ma senza alcun risultato.
Secondo Robert Ballard (il geologo che ritrovò il relitto nel 1985), la sua figura apparve "curiosamente passiva" negli istanti che precedettero l'affondamento della nave. Le scialuppe erano state tutte ammainate tranne le gonfiabili "Engelhardt" e ormai non c'era altro da fare. Smith passò al "si salvi chi può" liberando l'equipaggio dal suo lavoro e da quel momento seguì il destino della nave insieme ad altre 1.500 persone. Il suo corpo non fu mai ritrovato.
La morte.
Non è chiaro come morì il comandante Smith. Alcuni sopravvissuti sostennero di averlo visto in acqua col salvagente, altri affermarono di averlo visto su un ponte mentre questo si allagava. Altri ancora dissero di aver visto Smith accompagnare un bambino in una scialuppa e sostennero che, rifiutandosi di salire, il comandante si sarebbe allontanato dicendo: "Addio gente, seguirò la mia nave!". Nel libro di Robert Ballard, Return to Titanic, è scritto che Smith salì in plancia ad attendere che si compisse il suo destino. Questa versione è quella visibile nei film Titanic, latitudine 41 nord e Titanic di James Cameron. Un'altra versione sostiene invece che il comandante Smith stava sulla passeggiata del ponte A per poi essere risucchiato a causa della rottura della cupola sulla scalinata di prima classe. Oggetto di discussione sono anche le sue ultime parole: "Siate Inglesi!".
L'ultimo ordine impartito fu quello relativo alla musica che l'orchestra avrebbe dovuto suonare durante gli ultimi istanti. Secondo alcuni sembra che avesse ordinato di eseguire Londonderry Air, secondo altri Nearer, My God, to Thee. Walter Lord, nel suo libro Una notte da ricordare, sostiene che Smith morì in acqua dopo aver incoraggiato i naufraghi a resistere all'assideramento.
In suo onore è stata costruita una statua nel Parco Beacon, Lichfield.
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