13 novembre 2015 Attentato a Parigi
RICORDAMI-
Marco Piccione
9 years ago
Immagini che ricorderemo per sempre...
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Marco Piccione
9 years ago
"Io non sono Parigi. Io sono Bèatrice e ieri sera io non volevo neanche uscire.
La mia amica mi ha convinta, Théa, lei mi convince sempre, "è venerdì sera, non possiamo passarlo a casa!", apre l'armadio, sceglie un vestito e delle scarpe, mi fissa con fare quasi minaccioso e poi dice "tu esci con me". Non ho potere decisionale quando sono insieme a lei, se decide che una cosa si deve fare, la cosa si fa e basta. E allora usciamo, sceglie un pub. Odio i pub: confusione, puzza di fumo (io odio il fumo), gente che continuamente finge sorrisi. . . io non sono così. Ieri inoltre c'era freddo e Théa mi aveva costretta a mettere quel vestitino del cavolo, non mi andava di stare fuori. Arriviamo al pub, prendiamo da bere e inizia la caccia. "Stasera è la Sera. Stasera ti troviamo il ragazzo." . Sono il suo pensiero fisso, anzi no, la ricerca di un ragazzo per me è il suo pensiero fisso. Mi presenta sempre gente, amici, colleghi di università, ma non ha capito che io adesso non ho tempo per tutto questo. Devo studiare, poi c'è il lavoro, il mio fratellino, i miei che si separano:la mia vita è piena, piena di schifo e io non ho tempo. Lei si che ha tempo per questo: nell'ultimo mese ha avuto più ragazzi di me nell'ultimo anno! Ma lei può farlo. . .Pensate sia un po' troia? No. Lei è bella, intelligente, ci sa fare, è una 'in gamba', quest'anno si laurea, è la prima della sua famiglia, inutile dire che sia l'orgoglio di suo padre, che dopo la morte della moglie ha fatto il possibile per non farle mai mancare nulla.
AVVISTATO: Yann, bello! Alto, intelligente, di buona famiglia, single ed anche etero! " Adesso usciamo!" mi dice Théa, "No tu sei scema, io ste cose non le faccio, poi c'è freddo!! Io devo fare la pipì che ho bevuto troppa birra e il freddo non mi aiuta. . .Vai tu, io poi ti raggiungo." le rispondo così, per togliermela dalle palle.
Esce, F i n a l m e n t e sola.
Tutti a terra.
Spari, urla, gemiti.
Cosa? Cos'è stato? Théa, dove sei? Non ti vedo.
Non lo so quanto tempo è passato, attimi, minuti, forse dieci anni. Mi alzo, la gente piange, i vivi piangono. Gente a terra, ferma, morta.
Esco, Théa, non la vedo ancora, allora la cerco. Trovata!
Stava fuori, la guardo, rimango lì, in piedi, zitta, immobile come lo è lei. Ho paura. Sento un brivido caldo scendere dalle mie gambe: ho fatto la pipì addosso.
Qualcuno mi prende e mi porta via da lì " vieni con me, presto, via da qui!". Lascio Théa sola e morta.
Io non sono Parigi, io sono Béatrice e sono la pedina di un gioco che non sto giocando."